Legge elettorale Bersani,Renzi. BRUNORI SAS: "ARRIVEDERCI TRISTEZZA"
Legge elettorale, quando?Non si doveva far subito?
Nella puntata dell’undici aprile di “Bersaglio Mobile”, Enrico Mentana ha intervistato Pier Luigi Bersani. L’x Segretario del Partito Democratico, ha dichiarato come non vada bene una legge elettorale maggioritaria con alti livelli di soglia d’accesso e una riforma costituzionale che conduca ad una Camera soltanto; Bersani ha sostenuto che così facendo si produca semplicemente una democrazia che non va bene, in quando fonte di autoritarismi. Il compagno Bersani, così seppure forse anacronisticamente, ama ancora farsi chiamare, mi è sembrato tanto come l’intellettuale di Montale in “Ossi di seppia”, che la mia Professoressa di Latino, nelle sue lezioni, amava citare, per affermare il distacco rancoroso e subordinato che l’intellettuale prova nel vedere la società e il fallimento del suo sogno ora rattrappito. Infatti la cravatta di Bersani era di un rosso sbiadito, e il suo parlare era di colui che sa di avere rattrappito definitivamente il suo, e non solo, sogno di vedere la sinistra socialista democratica al governo del Paese, a favore di un centro sinistra che ha tra i suoi baluardi il leaderismo e la flessibilità anziché stabilità e diritti per il lavoro. Nelle elezioni del 2 giugno del 1946 il Partito d’Azione ottenne solo l'1,5% dei voti e 7 eletti, che riuscirono a comporre un gruppo parlamentare autonomo solo con l'apporto dei due eletti del Partito Sardo d’Azione e del valdostano Giulio Bordon. Ebbene tra quei sette eletti c’era Piero Calamandrei, che poi fu un grandissimo padre costituente. Il parto di questa legge elettorale sembra oggi rallentare, e quasi ascoltare le critiche della ormai vecchia componente di sinistra bersaniana, a differenza dei diktat temporali che Renzi una volta al Governo dettava. Il 29 gennaio scorso Massimo Mauro, ex Ministro della difesa, ha dichiarato a Porta a Porta a proposito della legge elettorale: “ è una legge nata per far fuori Grillo” , ebbene sorge il sospetto, legittimo, che si voglia aspettare la data delle elezioni europee, per vedere se Forza Italia avrà più voti di Grillo, perchè solo da quel dato si potrà capire se la legge elettorale possa davvero “far fuori Grillo”, dal momento che se arrivasse secondo, a essere fuori sarebbe il partito di Berlusconi. E così ancora una volta si capisce che la politica è slogan e poco interesse comune, e noi siamo un po’ come il protagonista della canzone “Arrivederci tristezza” di Brunori Sas, “milioni di libri non servono a niente se servono solo a nutrire una mente che mente,[…] assiomi e teoremi non valgono niente se l’occhio non vede che il cuore non sente più niente, arrivederci tristezza, oggi mi godo la mia tenerezza perché non durerà…”
Andrea Giombi
